domenica 20 settembre 2009

ARABI

ARABI [dall'gr. Arati, forse « nomadi »]. - Po­polazione semitica stanziata nella penisola ara­ba sin dalla più remota antichità e la cui lenta diffusione concorse a creare vari nuclei di An­tichi popoli della Siria, della Mesopotamia, del­l'Etiopia, e forse anche della valle del Nilo.

In un primo periodo storico appare organizzata in comunità nomadi, talvolta in bande di predoni (beduini, figli del deserto) con qualche nucleo sedentario (badar) ad economia agricola (fella­hin). In seguito, nelle zone meridionali e costiere si affermano in strutture sociali più com­plesse con l'antico regno dei Minei, con quelli successivi dei Sabei e degli Imiariti (assogget­tati nel IV sec. a.C. dagli Abissini), in epoca ancora più tarda con il regno dei Nabatei (di­venuto provincia romana nel II sec. d.C.), e in­fine col regno di Palmira, che fu distrutto dal­l'imperatore Aureliano.

Nel VII sec., Abul Ka­seni, detto poi Maometto (il lodato), riformò l'antica religione derivata dal giudaismo e in parte dal cristianesimo, unificando nella nuova fede dell'islamismo tutti i popoli arabi che in brevissimo' tempo conquistarono uno dei più vasti imperi del mondo e crearono una nuova era della civiltà umana, mantenendo viva la tra­dizione filosofica e scientifica del mondo elle­nico che trasmisero all'Occidente medievale XIII sec. l'impero cominciò a decadere, per l'invasione dei Mongoli e dei Turchi; la civiltà araba sopravvisse in Spagna sino alla fine del XV sec.

Nel nostro secolo si è avuto un vivace risveglio nazionale che ha portato alla costitu­zione di stati arabi indipendenti e ad una lega di stati arabi. Oggi gli ARABI propriamente detti sono circa 30 milioni, ma arabe di adozione si considerano moltissime popolazioni orientali e dell'Africa settentr., unite dal comune vincolo della lingua e della religione islamica.

Nessun commento: