domenica 20 settembre 2009

ALBANIA

Il terreno quasi tutto montuoso offre poche pos­sibilità allo sviluppo dell'agricoltura: notevole è invece l'allevamento del bestiame, in preva­lenza ovini. L'ALBANIA, che prima aveva solo scarse esportazioni di pelli, di legname, di olio e di tabacco, ha da una ventina d'anni a questa parte una vasta esportazione di prodotti mine­rari: le miniere di Selenizza danno ogni anno 20.000 tonn. di bitume, e i campi petroliferi o il corso del Devoll producono oltre 480.000 km. annue di olio minerale che dal luogo di produzione è inviato al porto di Valona me­diante un oleodotto lungo 87 km. Gli ultimi ac­certamenti hanno permesso di rilevare nel sot­tosuolo delle zone del lago di Ochrida e di quelle di Kukes ferro, piriti cuprifere e cromo. Altra fonte di ricchezza è costituita dalla pesca, non soltanto lungo i 500 km. di costa ma anche nelle lagune, nei laghi e nei fiumi. Nel lago di Scutari si pesca in quantità enormi la «soranza», una specie di sarda che in quelle acque ha trovato il suo ambiente e si riproduce in modo sorprendente.

L'industria, tolto qualche stabili­mento moderno per la fabbricazione delle siga­rette, è poco sviluppata. Un piano iniziato nel 1956 prevede però il sorgere di nuove industrie, in relazione all'incremento della produzione di energia elettrica. Le comunicazioni sono assicu­rate da una ottima rete stradale; un'autostrada lunga 82 km. unisce Tirana con Durazzo che è il porto principale dell'Albania. 1 corsi d'acqua che attraversano il paese, data la disposizione orografica dell'Albania, hanno carattere torrenziale, corso breve e tumultuoso. I principali sono la Vojussa, la Morava, l'Arta e la Boiana (questo ultimo navigabile fino a Scutari). I principali gruppi linguistici sono due: Toschi (lingua na­zionale) e Gheghi.

STORIA. Gli Albanesi, diretti discendenti degli Illirìci, costituiscono un compatto nucleo etnico che, malgrado le invasioni e la conquista, non ha mai perduto la sua fisionomia razziale e la sua lingua. Molte colonie di Albanesi che da secoli vivono in Italia (Calabria e Sicilia), nella Jugoslavia e in Grecia, hanno conservato usi, costumi e lingua del paese di origine. Provincia romana dal 150 a.C., fu occupata nei secoli dai Bizantini, dai Bulgari (1230), dagli Angioini e infine dai Turchi.

Questi furono dapprima con­trastati dai Veneziani (che avevano basi a Scu­tari, Durazzo e Croia) e dalla Lega dei popoli albanesi capeggiata da Giorgio Castriota detto Scanderbeg. Ma alla sua morte (1467) i Turchi s'impadronirono di tutta la regione. Fino al 1912 l'Albania era la regione piú occid. della Turchia Euro­pea: con lo sgretolamento dell'Impero turco, diventò principato indipendente, poi repubblica nel 1925 e quindi regno nel 1928, prima sotto la sovranità di un principe albanese (Zogu), poi, dopo l'occupazione dell'Italia (7 aprile 1939), sot­to quella di Vittorio Emanuele III re d'Italia.

Dopo il settembre 1943 il potere venne assunto da una Reggenza fino alla trasformazione dello Stato in Repubblica popolare. Dopo una prima fase di alleanza con la Jugoslavia (1946-1948), l'Albania si è legata all'U.R.S.S. non senza qualche contrasto ideologico e politico (1961). Dal 1956 fa parte delle Nazioni Unite. Capo del Gover­no è dall'11 febbraio 1945 Enver Hodgia.

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